Dina – Gussago (BS)

Sono stati due anni molto difficili che, per quel che ho potuto capire, hanno segnato molto il Gippo.

Apri, chiudi, riapri e richiudi: un giorno eravamo al telefono e mi disse “se tengo aperto mi costa 2X, se tengo chiuso X. Perché devo aprire?”

Questa incertezza, IMHO, ha pesato molto sulla sua creatività: ogni tanto andavo da lui e trovavo un piatto nuovo (sempre buonissimo), ma nessuna rivoluzione, almeno non era quella rivoluzione che più volte mi aveva annunciato.

Torno al tavolo di Dina dopo quasi 6 mesi e trovo un menù totalmente diverso, che racconta una storia nuova, che ha la sua radice nella pasta.
La pasta che diventa il fil rouge di tutte le portate.

Il proposito è sicuramente molto “rischioso” in quanto per l’italiano medio, dal punto di vista della sacralità, la pasta se la gioca solo con la mamma… e a volte anche lei soccombe davanti a uno spaghetto malcotto.

Ovviamente non è la pasta che ti immagini: nella nostra cucina la pasta è il primo piatto in attesa che arrivi il piatto principale, ossia il secondo; qui la pasta assurge a regina incontrastata del menù, seppur ogni tanto asserva qualche altro ingrediente.

Se ti dico pasta, però, non pensare a quella che mangi di solito, anche la più buona, ma temperature inconsuete, ad esempio al freddo… il ghiacciato, fa da padrone anche se, a volte, il freddo si trasforma in caldo…

Consistenze inusuali per la pasta: si passa dalla versione collosa del campo di pasta, ai fusilloni (questo è un piatto storico) talmente croccanti che quando li mastichi ti si sente ad un metro di distanza, alla pasta fatta con la stampante 3D.

Il piatto della serata? Passatello, brodo ghiacciato di carciofo, menta, limone e parmigiano

A me l’ha servito come ultima portata, dopo il dolce… da panico: grandissima sferzata di amaro, note balsamiche e salate, a ripulire un palato positivamente “inebetito” dal ghiaccio.

Vale la deviazione.

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