Categoria: Tradizione

Caino ** – Montemerano (GR)

Il 2024 si apre con la visita a uno dei ristoranti unanimemente considerato uno dei templi della gastronomia italiana: Ristorante Caino a Montemerano.

La padrona di casa (Shef come si chiama lei anche per rivendicare il suo ruolo di donna) è Valeria Piccini ed è una delle pochissime donne chef italiane (in totale sono dieci) ad aver ottenuto la stella Michelin: in questo caso, vanta addirittura due stelle da oltre vent’anni.
La cucina è dichiaratamente quella del territorio (siamo in Maremma) anche se con contaminazioni e rivisitazioni in chiave contemporanea.

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Ristorante Patrizia – Modena

I primi di ottobre, nel centro di Modena, a pochi passi dalla Ghirlandina, ha aperto un ristorante in cui l’età media è veramente bassa: considerate che il più vecchio (si fa per dire) è proprio il padrone di casa, Tommaso Zoboli, classe 1998, mentre il resto della brigata oscilla tra i 22 (la maitre Elettra Orsi) e i 19 anni (Marcello Bergamini e Federico Poppi).

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Milleluci – Rubbio (VI)

Elvis, il cuoco di montagna.

Io ho avuto modo di conoscere Elvis circa quattro anni fa, grazie alla mitica Cinzia Boggian: era un sabato ed ero alla ricerca di un posto interessante dove andare a cena quando lei mi suggerì di andare al Mille Luci di Rubbio (VI).

Il sito web era diverso da quello attuale, molto più spartano, ma mi piacque subito l’idea di assaggiare una cucina molto radicata col territorio e, in particolare, legata a doppio filo con la montagna (che io preferisco nettamente al mare).
A ciò si aggiunga che il suggerimento mi proveniva da una persona che ha una cultura enogastronomica di grandissimo livello.

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Jan *** – Monaco di Baviera (D)

La domanda che sorge spontanea dopo aver cenato da Jan, come si vedrà più avanti, è quella di chiedersi se ci si trovasse in Germania (a Monaco, nella capitale delle Baviera, per spiegare un minimo la geografia), oppure in Francia: praticamente ogni piatto trovavi almeno uno tra foie-gras, caviale, beurre blanc, tartufo…

Qualche mala lingua a cui piace sparlottare (cit.) potrebbe dire che la scelta degli ingredienti è dettata anche dalla necessità di dare un senso al costo del menù, ossia 320 euro per nove portate (più amuse-bouche e piccola pasticceria).

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Trigabolo (1983 – 2023)

Quando aprì i battenti il Trigabolo ad Argenta (FE) era il 1983 e, quindi, io avevo circa sette anni e, ovviamente, non sapevo nemmeno cosa fosse la cucina gourmet.

Il Trigabolo, che rappresenta un punto di svolta epocale della cucina italiana e che oggi definiremo senza mezzi termini un Tempio della gastronomia italiana, è nato quanto il rappresentante di giocattoli Giacinto Rossetti, con il socio Gualtiero Musacchi, decidono di rilevare, ad Argenta (FE), in piazza Garibaldi, una pizzeria, che poco dopo diventerà ristorante.

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Villa Crespi *** – Orta San Giulio (NO)

Un piatto di spaghetti al pomodoro può dimostrare la fuffuosità di un tre stelle?

La risposta, non può che essere positiva in quanto, con il piatto in oggetto, o meglio, proprio con il piatto oggetto della foto, ho avuto l’ennesima conferma dell’intrinseca banalità della maggioranza delle tre stelle italiane.

Partiamo dal concetto.
Intermezzo: Evasioni di Gusto

Nel menù attuale a Villa Crespi, di cui tanto si parla a casaccio sui social solo per ottenere click, è previsto che, una volta terminata la parte salata, prima del pre dessert, ci sia un intermezzo denominato, appunto, “evasioni di gusto”.

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Trattoria da Bassano – Madignano (CR)

Quando ti approcci ad un posto che non ha alcunché di gastrofighetto, diventa difficile perdersi in mille prose ai limiti dell’onanismo.
È inutile partire con la minuziosa descrizione della location quando la sensazione che ho provato entrando nella trattoria è stata esattamente la stessa che avrei potuto provare entrando nel salotto di casa del sig. Bassano.
Il menù, cucina tipica cremasca e mantovana, è scritto a mano su due facciate di un foglio di carta A4, in alcuni punti illeggibile per via della grafia, rigorosamente contenuto in una cartellina di plastica.

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