Fiola – Verona

È di qualche giorno fa l’apertura di un nuovo ristorante a Verona nel quartiere Borgo Trento, ossia uno dei quartieri bene della città.

Due conoscenze della gastronomia scaligera, ossia Michael Silhavì (in cucina) e Riccardo Migotto (in sala e come sommelier) hanno dato vita ad un nuovo progetto, ossia il ristorante Fiola, che, in veronese, significa “figlia”.

Il ristorante, come ambiente, nasce sulle ceneri del Flor, ma con qualche sapiente modifica: da un lato la cucina è stata accresciuta, mentre, dall’altro, il bancone è stato ridotto, il tutto per un ambiente elengante di 5 tavoli, ma con note informali in cui l’imperante colore scuro, che avvolge il locale, non risulta essere per nulla opprimente.

Nel menù (ho provato quello a base pesce) si sente la lunga esperienza maturata dallo Chef, dal quale, tuttavia, mi sarei aspettato qualcosina in più.

Non mi si fraintenda.

I piatti sono risultati pressoché tutti ben fatti ed equilibrati nei gusti, ma non mi hanno trasmesso particolari emozioni o guizzi di innovatività con sapori che tendevano a coccolare eccessivamente il palato, alla ricerca di accontentare i gusti di tutti: l’unico reale guizzo di spiccata acidità, in tutto il menù, era rinvenibile nella zucca che accompagnava la cappasanta nel secondo antipasto.

La scelta di un atteggiamento comfort è certamente comprensibile: come detto, il locale si trova in una zona di Verona in cui, IMHO, la gente ha un approccio molto gastrofighettaro a discapito di una reale curiosità gastronomica e una nuova apertura, salvo che non si abbiano le stelle sulle spalline, comporta necessariamente un ingresso in punta dei piedi.

Nei progetti dello Chef c’è la volontà di cambiare il menù una volta al mese, quindi, nel corso del tempo si potrà vedere la direzione che verrà intrapresa, ma sono convinto che inizierà a spingere di più.

Tra i piatti che mi hanno intrigato di più si annoverano il risotto con verza, patate e sommacco e la ricciola con vongole e topinambur.
Quello che, invece, mi è piaciuto di meno è stato lo spaghettone alla carbonara di mazzancolle e tartufo nero.

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