Osteria Fienili – Roverbella (MN)

Sorto sulle ceneri, ben spente, di una trattoria mantovana in quel di Roverbella (dove una volta andavo spesso col Generale), nell’aspetto ricalca la vera e genuina osteria di una volta.

A guardar bene, però, si intravede, qui e là, un richiamo al Giappone con qualche oggetto di arredamento tipico nei ristoranti nipponici come, ad esempio, le lanterne di carta e i noren.

Due menù: una carta con piatti nostrani e un menù degustazione con piatti in puro stampo giapponese, ma declinati, per quanto riguarda l’uso delle materie prime, nel km 0.

Molto curiosa l’idea di ricavare il porta menù dalle cover di DVD: all’esterno i piatti (carta e degustazione) e all’interno le spiegazioni dei piatti giapponesi.

Dopo un piccolo, piacevole, amuse bouche arriva la prima portata ossia un tamagoyaki all’ortica con gambero crudo e peperoncino che, onestamente, non mi ha convinto molto perché il gambero non riusciva a spiccare risultando travolto dagli altri sapori.

Al momento del temaki di anguilla arriva una svolta: piatto molto fresco, bella affumicatura dell’anguilla, molto equilibrato, ottime consistenze, si sente ogni singolo sapore. Veramente buono.

Più che piacevoli, ma senza creare particolari particolari brividi lo oshizushi di sgombro e il gyutan.

Con il gunkan di tartare di manzo con uovo marinato e shiso (extra che ho chiesto allo chef secondo sua ispirazione e disponibilità) si sale di nuovo: anche questo un piatto equilibratissimo in cui il nitore dei sapori era perfetto con la carne che faceva bella mostra di sé supportata dalla cremosità dell’uovo e dalla nota semi balsamica dello shiso; con una goccia di salsa di soia, come ho provato io su suggerimento della cameriera, era ottimo.

Del kakumi (pancia di maiale laccata), al di là della goduriosità e della morbidezza della carne, mi ha stupito molto l’abbinamento.

Attenzione, non tanto per il fatto che sia abbinato alla mela (cosa, per il vero, abbastanza scontata), quanto per la sensazione tattile/gustativa che dava l’incontro della mela con la borragine e con la laccatura del maiale: l’incontro di questi tre ingredienti, complice anche la croccantezza inconsueta che aveva assunto la mela, dava a tutti gli effetti la sensazione di mangiare il maiale con l’anguria!

Tra l’altro in questo modo, si è alleggerita  molto l’opulenza della pancia di maiale evitando che il piatto potesse diventare noioso e pesante.

Ho declinato sui dolci in quanto, come noto, non mi fanno impazzire e perché, comunque, erano “classicissimi”, molto comfort senza particolari spunti di interesse.

Peccato che non ci sia una carta dei sakè, ma mi hanno spiegato che, con le bottiglie standard, non riuscirebbero ad avere un giro tale da consentirne un consumo adeguato e, quindi, un servizio ottimale, con il rischio di avere grossi sprechi.

Servizio molto appassionato e coinvolgente con interessanti spiegazioni riguardo alla parte nipponica della cena.

Rapporto qualità/prezzo molto interessante visto che il menù degustazione si attesta a € 38,00 che, però, diventano € 40,00 per “colpa” del coperto.

Al momento rappresenta il più interessante locale fusion giapponese che abbia provato nel raggio di 30/40 km da Verona.

Da tornare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.